ROMA – Alla vigilia delle elezioni che contribuiranno a decidere il futuro energetico dell’Europa si riapre la guerra delle trivelle, sospesa a gennaio grazie a una fragile tregua. Un emendamento leghista al dl Crescita, a firma di Laura Cavandoli, prevede infatti modifiche al decreto semplificazioni del dicembre scorso mirate a far saltare la moratoria sui nuovi pozzi di petrolio.
La correzione di rotta proposta dalla Lega è radicale: assicurare il via libera alle attività di ricerca e prospezione di idrocarburi finché non si trovi un accordo sulle aree di rispetto. Cioè ribaltare l’intesa faticosamente trovata dal governo pochi mesi fa che prevedeva una linea esattamente opposta: fermi tutti finché non si definisce la mappa delle aree di rispetto. L’emendamento è stato respinto in Commissione bilancio della Camera, ma la tensione resta alta e non si esclude che il tema venga ripresentato.
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